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Ora Vlao abita qui

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Vlao il 15 Gennaio 2020 - 17:50

Per iniziare il nuovo anno discografico per prima cosa bisogna tirare le somme di quello passato. Per questo Vlao non si esime nemmeno questa volta nello stilare la sua personalissima classifica che contiene gli album nati nel 2019 e che gli hanno tenuto compagnia negli ultimi 12 mesi.

10 posizioni per riassumere quel che di nuovo ha colpito il suo orecchio, da vecchi marpioni tornati alla ribalta, a nuove band tutte da scoprire, una classifica più rock rispetto alle ultime edizioni nelle quali Vlao forse si era ammorbidito troppo.

Ecco a voi la Top of the Rock 2019 ed a seguire la relativa playlist Spotify nella quale potete trovare i migliori estratti degli album nominati.

Top of the Rock edizione 2019

Istruzioni per l’uso: se cliccate sulle copertine o sul titolo dei dischi andate direttamente alle rispettive recensioni fatte su Ondarock (il mio sito di riferimento), se volete un assaggio di musica invece cliccate sul video linkato o andate alla playlist Spotify a fine classifica.

  1. Foals – Everything Not Saved Will Be Lost (Part 1&2)

A dire la verità la prima posizione è occupata da due dischi, perché Everything Not Saved Will Be Lost è formato da due parti ed ognuna delle due parti è un disco a se. Due uscite nello stesso anno per i Foals, gruppo che Vlao fino ad ora ignorava e che è stato tra i più ascoltati dell’anno passato. La scintilla è scoccata a partire da Sunday traccia che contiene, in 5 minuti e passa di lunghezza, un assaggio di quello che offre questa band. Un’altra perla è senza dubbio The Runner coinvolgente come poche, ma sarebbero tante le tracce da menzionare tra le 20 totali tra part 1 e 2, tutte con l’inconfondibile sound foalsiano… lascio a voi il compito di esplorarle. 

VIDEO: The Runner

  2. Tool – Fear Inoculum

Ci hanno messo 13 anni a sfornare questo disco e nonostante il tempo passato abbia cambiato le mode e i trend musicali loro sono tornati mastodontici come sono sempre stati. Contro ogni logica commerciale questo Fear Inoculum contiene 6 tracce su 10 con un minutaggio superiore ai 10 minuti. Stiamo parlando di un disco monumentale, studiato e cesellato nei minimi particolari con canzoni complesse che necessitano di ascolti ripetuti. Un disco dei Tool non è semplice, richiede pazienza ed attenzione ma ognuno dei loro brani crea universi che solo il loro suono riesce a disegnare. Un ritorno prepotente del rock pesante nella classifica di Vlao ed era ora… Per avere un buon assaggio di quello di cui stiamo parlando, passiamo alla pratica, cominciamo dalla track n.1, Fear Inoculum e poi decidete voi se proseguire il viaggio o meno.

VIDEO: Fear Inoculum

  3. These New Puritans – Inside the Rose

Era da tempo che Vlao li aspettava al varco, dopo l’eccezionale Field of Reeds vincitore della Top of the Rock 2013 (link) era certo che fosse difficile che si ripetessero e un po’ temeva questo momento. Sono passati 7 anni e l’attesa non è stata vana, i These New Puritans con Inside the Rose non toccano le vette raggiunte con la precedente opera, ma riescono comunque a piazzarsi meritatamente tra i primi tre con un altro album che definire particolare è riduttivo. Ascoltate la title track per avere un’idea di questa inconfondibile band.

VIDEO: Inside the Rose

  4. National – I Am Easy To Find

Un disco che è cresciuto mano a mano con gli ascolti. All’inizio Vlao era infastidito in particolare da alcuni pezzi con la batteria sincopata, tipo Where is her Head, che lo stressavano e lo inducevano a skippare l’album dei National. Poi però si è accorto che in  I Am Easy To Find si trovano per lo meno una manciata di perle colpevolmente mimetizzate tra le 16 tracce… probabilmente troppe. Facendo una giusta selezione questo disco si sarebbe potuto meritare tranquillamente il podio.

VIDEO: Light Years

  5. C’Mon Tigre – Racines

L’album di questo misterioso collettivo, con base in Italia, offre un particolare mix difficilmente etichettabile, una musica che spazia tra il jazz e il reggae, tra l’afrofunk, la psichedelia e la world music. I C’Mon Tigre concentrano tutto questo nello stesso lavoro dove Mediterraneo, Africa, Asia e America si mescolano creando un mondo cosmopolita e vario come del resto il suono di Racines.

VIDEO: Mono no Aware

  6. Deerhunter – Why Hasn’t Everything Already Disappeared?

Vlao ha scoperto i Deerhunter un po’ per caso cercando su Spotify musiche da utilizzare per il montaggio delle foto dell’Australia. E’ stata Death in Midsummer ad attirare l’attenzione su questo Why Hasn’t Everything Already Disappeared? come prima traccia è campione abbastanza rappresentativo di tutto l’album dal quale poi Vlao ha prelevato diverse canzoni ritenute ideali soundtrack da viaggio.

VIDEO: Death in Midsummer

  7. Black Keys  Let’s Rock

Vlao è solito rivolgersi ad Ondarock per orientarsi tra le centinaia di uscite discografiche annuali e lo fa anche fidandosi dei suoi voti. Il 4,5 in pagella per Let’s Rock avrebbe potuto stoppare ogni voglia di approcciare all’ultima fatica dei Black Keys e invece, forse per stima della band, Vlao ha ascoltato senza pregiudizi. E’ chiaro che ci si trova di fronte a qualcosa che non si discosta più di tanto alla vecchia produzione della band, ma da qui a buttare tutto nella pattumiera troppo ci passa.

VIDEO: Go

  8. The Little Unsaid Atomise

Ecco una vera e propria perla nascosta tra i dischi targati 2019. Nonostante il risibile numero di ascolti su Spotify, Atomise si è guadagnato una posizione nella Top of the Rock 2019 che a volte sa regalarvi vere e proprie chicche da intenditore. John Elliot, aka The Little Unsaid, confeziona un disco elegante condito da un paio di canzoni top come HumanMusic e Atomise che meritano maggior successo.

VIDEO: Human

  9. Glen Hansard – This Wild Willing

Curiosa la parabola di Glen Hansard, il cantautore irlandese ha iniziato come artista di strada, è diventato attore, ha vinto l’oscar per la migliore canzone originale per il film Once del quale era anche protagonista, ha aperto i concerti e duettato con Eddie Vedder. Un personaggio di tutto rispetto a cui mancava nel suo palmares una menzione nella rinomata classifica vlaoviana. Ci riesce finalmente quest’anno con This Wild Willing album che gli regala un nono posto più che meritato.

 VIDEO: The Closing Door

  10. Karen O & Danger Mouse – Lux Prima

La mano di Danger Mouse si sente e come in questo album di Karen O, tanto da riportare in mente a Vlao il capolavoro Rome con il quale il topo pericoloso, in coppia allora con Daniele Luppi, si era aggiudicato il secondo posto del podio nel 2011 (link). Sta volta Lux Prima non raggiunge così alte vette, ma chiude degnamente la chart con il merito indiscusso di essere rimasto fino a Dicembre nella pennetta usb della macchina di Vlao senza mai essere cancellato. 

VIDEO: Woman

 

 

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