L’attività di Vlao sul blog latita da un po’, ma la classifica Top of the Rock di fine anno è una tradizione che si protrae dal lontano 2007 e va onorata sempre anche per l’appena conclusosi 2021.
A ruota delle 10 posizioni la consueta playlist Spotify che potete ascoltare per ripercorrere i migliori momenti musicali dell’anno trascorso secondo i rinomati padiglioni auricolari di Vlao.
Istruzioni per l’uso: se cliccate sulle copertine o sul titolo dei dischi andate direttamente alle rispettive recensioni fatte su Ondarock (il mio sito di riferimento), se volete un assaggio di musica invece cliccate sul video linkato o andate alla playlist Spotify a fine classifica.
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1. Arlo Parks – Collapsed in Sunbeams
Penso che sia la prima volta che una cantante donna troneggia nella classifica annuale di Vlao, bisognerebbe andare a ricontrollare ma credo proprio che Arlo Parks , pseudonimo di Anaïs Oluwatoyin Estelle Marinho, abbia infranto per prima questo tabù. La cantautrice britannica con il suo Collapsed in Sunbeams si è meritata il primato, certificato anche dalle statistiche di ascolto fornite dai social musicali fruiti da Vlao. Un disco di esordio veramente promettente per una classe 2000 che ha il futuro dalla sua parte. |
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2. Villagers – Fever Dreams
Ecco in seconda posizione un altro gruppo menzionato per la prima volta in charts nonostante non sia una compagine di primo pelo, avendo già alle spalle più di 10 anni di carriera. Gli irlandesi Villagers irrompono direttamente sul podio del 2021 con Fever Dreams un album che a Vlao ha ricordato, come stile, autori a lui cari (vedi Andy Shauf, Jim Guthrie) e che contiene perlomeno 3-4 canzoni tormentone che hanno caratterizzato il 2021 vlaoviano. |
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3. Black Country, New Road – For the First Time
Un’altra nuova scoperta a completare il trittico di testa 2021. I Black Country, New Road si sono meritati il terzo gradino del podio grazie ad un ottimo album di esordio. For the First Time, infatti, è la prima opera in studio per i ragazzi inglesi, canzoni lunghe e articolate, chitarra, sassofono, basso, violino, strilli e sonorità che riportano alla mente gli Slint per 40 minuti da non sottovalutare. Vlao li avrebbe visti volentieri live ad Ancona, se non fosse stato per il covid che ha fatto saltare per ben due volte l’appuntamento. Per l’occasione si sarebbe portato appresso Leorol, l’unico permeabile da questa musica non proprio accessibilissima data l’ormai deriva mainstream dei compianti Danco e Danske. E invece sarà per la prossima. |
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4. Mogwai – As the Love Continues
Ecco, questo invece è un grande classico, ogni disco dei Mogwai è una garanzia. Nessun sconvolgimento di stile, anche As the Love Continues rimane nel solco dei precedenti lavori lasciando in dote altre perle da aggiungere alla lunga produzione della band. Sono ormai diventati dei mostri sacri e il loro sound è sempre saldamente riconoscibile. Fedeli alla linea così come Vlao. |
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5. Iosonouncane – Ira
Ecco l’unico italiano in gara, ma qui di italiano c’è ben poco. Un disco mastodontico, 110 minuti, 16 canzoni, difficile da digerire. E’ chiaro che sia qualcosa di unico nel panorama musicale mondiale oltre che nostrano. L’impresa che vi pone davanti Iosonouncane è qualcosa che merita attenzione, Ira è un progetto dalle mille facce che richiede dedizione e che saprà ripagarvi dell’impegno profuso nella sua impegnativa decifrazione. |
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6. BadBadNotGood – Talk Memory
Uno stile particolare per i BadBadNotGood che mischiano il rock con il jazz creando un mix alternativo. Provate ad ascoltare Talk Memory e sarete trasportati in nuovi territori che amplieranno i vostri orizzonti. Sicuramente una nomination particolare per lo standard delle segnalazioni di Vlao. |
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7. Low – Hey What
Continua l’evoluzione dei Low, con Hey What si spingono sempre più avanti. La texture della copertina è come se fosse l’interferenza da cui escono le canzoni, rumori ruvidi e grezzi che si dissolvono per lasciare spazio alle parole e alle note. Un gruppo in perenne evoluzione che non delude mai. |
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8. Arab Strap – As Days Get Dark
Vlao si ricorda di aver visto gli Arab Strap live al Lazzaretto ad Ancona, in una serata in cui suonavano anche i mitici Giardini di Mirò. Non so quanti anni siano passati da quel di, sarà stato il 2005 come minimo e da allora i nostri sembravano essere spariti dalla circolazione. Invece dopo 16 anni eccoli ancora con nuova musica. Ce ne ha messo di tempo il duo scozzese a ritrovare l’ispirazione e As Days Get Dark è il risultato. |
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9. Sufjan Stevens & Angelo De Augustine – A Beginner’s Mind
Uno a cui l’ispirazione non manca mai è il sempre molto produttivo Sufjan Stevens che, ai suoi molteplici album strumentali, quest’anno abbina anche questo disco cooperativo con Angelo De Augustine con cui vira verso il folk che lo ha reso celebre. A Beginner’s Mind riesce a regalare una manciata di buone canzoni che lo rendono meritevole di nomina in classifica. Vlao però è sempre in attesa del discone… che sa che prima o poi arriverà e si prenderà la posizione n. 1, questo non è il caso. |
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10. The Notwist – Vertigo Days
Ritorno alla ribalta anche per i The Notwist che dopo il classico Neon Golden, finito con pieno merito nella classifica del decennio (anni 90 vs anni zero), avevano perso qualche colpo. Con Vertigo Days ritornano in quota facendo ben sperare per future produzioni di livello. |
ARCHIVIO: Le top of the rock degli anni passati
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