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Vlao il 18 Gennaio 2017 - 17:50

Il 2016 è stato ricco di uscite per gruppi e cantanti tra i preferiti di Vlao. Alcuni di loro hanno rispettato le attese e sono ormai delle garanzie, vedi Radiohead e Mogwai, altri hanno un po’ deluso, ma forse erano le aspettative ad essere troppo alte, vedi Bon Iver e in parte James Blake, altri ancora hanno steccato di brutto non meritandosi nemmeno la menzione nella top 10 e Vlao teme che abbiano imboccato irreversibilmente la via del declino, Dente su tutti.

La classifica stilata qui sotto, come sempre, è insindacabile e definitiva, Vlao accetta consigli su eventuali sviste, ma non ammette ricorsi al TAR. Vi invita inoltre a non lamentarvi della mancanza di italiani nella chart, e soprattutto non parlategli dei Thegiornalisti, già vagliati e liquidati dopo l’ascolto dei primi 5 secondi di ogni traccia.

Dopo questo piccolo preambolo è giunto il momento di presentarvi la richiestissima…

Top of the Rock edizione 2016

Istruzioni per l’uso (visto che ci ho messo ore a mettere tutti i link) se cliccate sulle copertine o sul titolo dei dischi andate direttamente alle rispettive recensioni fatte su Ondarock (il mio sito di riferimento), se cliccate sui nomi degli artisti andate sulla loro biografia (se esistente), se infine cliccate sulla canzone in coda ai commenti potete vederne un video. Grazie per l’attenzione e alla prossima!

1-radiohead-moon-shaped-200 1. Radiohead – A Moon Shaped Pool

A cinque anni dall’ultima uscita ritornano i Radiohead e come ogni volta generano inevitabilmente una grande attesa. C’è chi aspetta un loro passo falso e chi invece spera nell’ennesima svolta creativa. A Moon Shaped Pool lascerà delusi i primi, come al solito, e non soddisferà appieno i secondi. Un colpo di teatro con Kid A è impossibile da replicare, ma questo ultimo lavoro aggiunge comunque qualcosa di nuovo, come ad esempio l’assidua presenza degli archi nelle 11 tracce. Ma per fare belle canzoni non servono mille strumenti a Tom Yorke e Jonny Greenwood basta chitarra e sintetizzatore –> Radiohead – The Numbers

2-kingcreosote-astronauts-appleman 2. King Creosote – Astronaut Meets Appleman

Novità assoluta per la classifica di Vlao, ma in realtà si tratta di un artista con più di 30 dischi alle spalle. King Creosote con la sua ultima fatica, Astronaut Meets Appleman, si merita la medaglia d’argento per l’anno 2016. Con un album pieno di ottimi brani e privo di cadute di tono il cantautore scozzese trascina l’ascoltatore per per tutti i 53 minuti del disco con il suo mix di folk classico e pop moderno. Archi, fiati, xilofoni, cornamuse, sinteizzatori e chi più ne ha più ne metta, tutto sapientemente mescolato. King Creosote – You Just Want

2-bombino_azel_180 3. Bombino – Azel

Una ventata calda proveniente direttamente dal deserto, è quello che esce dagli altoparlanti quando mettette il cd di Bombino. Grazie al suo stile, ormai riconoscibile al primo ascolto, riesce ad unire i suoni della cultura africana con i canoni del rock moderno. La sua chitarra in primo piano, gli arrangiamenti tuareg rendono irresistibili le sue ballate desert-rock. Della sua bravura si è accorto anche Jovanotti che con lui ha collaborato per un brano del suo ultimo album. Se il cantato in lingua incomprensibile non vi spaventa, non abbiate paura di cliccare play ed ascoltare AzelBombino – Inar

4-daugther-160 4. Daughter – Not to Disappear

A tre anni di distanza dall’esordio If you leave, che si era aggiudicato il 4 posto nella Vlao Chart del 2013 (link), tornano i Daughter con un album che prosegue sul loro stile. Forse il loro difetto principale è quello di non osare più di tanto e di rimanere ancorati alla loro confort zone, termine caro ad X-Factor. Vlao, in realtà, sperava in qualcosa che spaccasse di più, sempre utilizzando termini da talent, ma magari non è stata questa l’occasione giusta. Il terzo album sarà fondamentale per capire si i Daughter potranno diventare qualcosa di più che una della tante band indie che si estinguno nel giro di un lustro. Daughter – Doing The Right Thing

6-the_divine_comedy_foreverland_art_1472652906 5. Divine Commedy – Foreverland

L’ultimo lavoro dei Divine Comedy ha molte assonanze con quanto proposto dal frontman, Neil Hannon, a nome The Duckworth Lewis Method, in particolare con l’album omonimo finito nella Top of the Rock del lontano 2009 (link). D’altronde la farina è presa dallo stesso sacco, e la ricetta per il dolce che ne esce fuori è super collaudata e porta a risultati apprezzabili sotto ogni aspetto. Un disco easy-listening con più di una canzone che quando ti entra in testa è difficile da mandare via. The Divine Comedy – How Can You Leave Me On My Own

mogwai_atomic-160 6. Mogwai – Atomic

Ennesimo disco per i Mogwai, ormai diventati prolificissimi. Alternando album in studio a colonne sonore non mancano mai nella classifica Vlaoviana. Sta volta con Atomic compongono 10 traccie utilizzate come accompagnamento a Storyville – Atomic: Living in Dread and Promise uno dei documentari della BBC lanciati in occasione del settantesimo anniversario della tragedia nucleare di Hiroshima. Ascoltando i brani ci si immerge in un mondo radioattivo, con echi di contatori gaiger e esalazioni di scorie nucleari che dipingono una terra diventata inospitale. Come al solito niente testi, solo musica, come piace a VlaoMogwai – Ether

7-blake_any_160 7. James Blake – The Colour in Anything

James Blake, in questa terza prova sulla lunga distanza, sforna un altro buon lavoro al quale però manca sempre quel quid per diventare capolavoro. Nei precedenti si nascondevano perle indiscusse che si perdevano poi tra episodi meno riusciti. Con questo The Colour in Anything siamo alle solite. Già un disco con 17 tracce parte male, impossibile tenere altra la qualità così tanto a lungo, poi in questo caso non ci sono nemmeno grossi singoloni per alzare la media. Anche se il disco cresce di ascolto in ascolto, alla fine dei conti rimane comunque un’occasione mancata. James Blake – Radio Silence

  8. Andy ShaufThe Party

Ecco un’altra nuova scoperta che ha rischiato di non finire in classifica fino all’ultimo. Un un disco che si è mimetizzato per diverso tempo tra gli scarti di ascolto di Vlao e solo la necessità di riempire il decimo posto della della Top of the Rock ha permesso di riesumare. Al passare degli ascolti The Party ha assunto sempre più spessore ed alla fine è passato dal dimenticatoio ad un buon ottavo posto finale. Ottimo risultato per Andy Shauf, un one man band (suona  tutti gli strumenti di pesona) da tenere d’occhio. Andy Shauf – Quite Like You

8-boniver16or_160 9. Bon Iver – 22, A Million

Bon Iver con il suo disco omonimo si è già posizionato al 5° posto nella stagione 2011 (link). Vlao si rammarica di essersi tenuto troppo basso all’epoca, forse spaventato da quel falsetto che all’inizio lascia un po’ così. Con il tempo quel disco è diventato uno dei più belli dell’ultimo decennio e per questo all’uscita di 22, A Million le aspettative erano altissime. Molto spesso quando ci si trova in questa situazione è facile rimanere delusi, ed infatti l’ascolto di quest’ultima fatica non riesce ad emozionare come tutti avrebbero voluto. Un passo indietro senza dubbio, speriamo in un pronto riscatto senza dover per forza attendere altri 5 anni! Bon Iver – 22 (OVER S∞∞N)

9-loscil-monument-builders160 10. Loscil – Monument Builders

Un po’ di musica ambient/elettronica non può mancare mai in una classifica che si rispetti. E così Vlao ha scelto Loscil per coprire questa lacuna. Monument Builders è un flusso sonoro che trasporta l’ascoltatore immergendolo in un lungo fiume che scorre. Pochi sono i sussulti su cui ci si scontra ed è inevitabile arrivare a valle. Quando Vlao mette questo disco in auto è impossibile che skippi una traccia… a meno che non abbia qualcuno a bordo… Loscil, per molti, ma non per tutti. Loscil – Monument Builders

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Categorie: all, musica e suoni, opinioni

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