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Vlao il 3 Novembre 2018 - 10:48

Per Vlao mettere a punto insieme a Martimarti l’evento dell’anno è stata una grossa soddisfazione.

Alla fine tutto è andato bene e il 29 settembre 2018 è stato un giorno memorabile figlio di una lunga e logorante fase preparativa che è stata il pensiero fisso per tutto il 2018.

Le scelte del catering, della location, del fotografo, del fiorista, della musica, dell’hotel, delle partecipazioni, delle bomboniere, degli abiti, del menù, dei tavoli sono solo un esempio dei tanti dubbi sciolti durante l’anno, tra mille contatti e mille appuntamenti. Tutto, però, come in un puzzle, si è incastrato magicamente creando una giornata che per i protagonisti, e non solo, è impossibile non definire fantastica.

Giornata che è partita presto per Martimarti che, oltre ai classici laboriosi preparativi da sposa, ha dovuto anche sorbirsi la presenza del fotografo che Vlao, sapientemente, ha bypassato avvalendosi del solo operato di Leorol.

Così, mentre Martimarti era impegnata nelle lunghe sessioni di trucco, parrucco e posa, Vlao accoglieva gli ospiti presso l’hotel prescelto come base di appoggio per gli anconetani in trasferta a Roma e si godeva, in tranquillità, una cacio e pepe in attesa del fatidico momento di indossare i panni dello sposo.

Alle 15:45, però, il rombo dell’Alfa Duetto di Robzen è stato il segnale che ha dato il via all’esodo degli invitati verso la Basilica di Santo Stefano Rotondo dove, all’ingresso della strana chiesa a base circolare, il mitico prete incaricato delle nozze ha diretto il traffico degli avventori indirizzandoli verso le loro postazioni dalle quali seguire l’ingresso trionfale della sposa accompagnata da un impeccabile Luigi in alta uniforme.

Mentre Vlao rimaneva a bocca aperta nel vedere Martimarti in abito bianco, il celebrante, una volta assicuratosi che tra il pubblico non ci fossero, mussulmani, induisti e miscredenti, ha cominciato la liturgia che è andata avanti non senza qualche comico intoppo (anelli sbagliati, mani sbagliate… il bello della diretta) e qualche stilettata ai presenti rei di aver messo in atto lo sciopero della comunione.

Bene o male si è arrivati comunque alla benedizione finale dopo della quale tutti si sono appostati fuori, armati di riso, per accogliere come si deve i due convolati a nozze che, dopo qualche foto di gruppo, sono riusciti a svignarsela salendo sulla Lancia Aprilia melanzana che li avrebbe portati al Campidoglio per una impegnativa sessione di scatti fotografici.

Tutti gli altri, invece, sono partiti all’assalto del banchetto dirigendosi in massa verso la Nuova Villa dei Cesari dove si aprivano per magia i sette angoli stracolmi di salumi, mozzarelle, fritti e finger food di ogni tipo.

Gli invitati sembravano gradire e non sentire per niente la mancanza degli sposi almeno fino all’arrivo in grande stile di Vlao e Martimarti che si sono ripresentati giusto in tempo per chiudere alla grande l’abbuffata degli antipasti.

Al momento di entrare in sala, il pubblico si è diviso tra i vari tavoli seguendo diligentemente le disposizioni impartite dal tableau prettamente dorico che era appeso sull’albero. Una volta accomodatisi tutti è partito il primo brindisi agli sposi! E si è andati avanti cosi, a intermittenza, tra scialatielli melanzane al pomodoro, burrata e pesto di basilico e ravioli agli scampi con salsa di patate viola dell’Alta Tuscia ed erba cipollina, fino a raggiungere il gran finale con il turbante di spigola cotto a bassa temperatura, crema di pomodoro e nuvola croccante di patate, rigorosamente, dell’Alta Tuscia.

A questo punto sono saliti in cattedra il Cometa e la Bratz che, come provetti anchorman/anchorwoman, hanno dato il via agli scherzi preparati agli sposi con Martimarti che spiccava per la sua padronanza linguistica dell’anconetano e Vlao per l’apprezzabile balletto latino. A seguito di una votazione farlocca, con i colossei che sovrastano inesorabilmente i moscioli, Vlao veniva costretto alla penitenza finale che consisteva in un Tizianoferrokaraoke che non si augura a nessuno!

Tra un video e l’altro giungeva veloce l’ora della torta. Una mega millefoglie che i due sposi hanno affettato senza pietà alcuna in un’atmosfera resa magica dagli amici e dai parenti che sventolavano all’aria centinaia di scintillini.

Sulle note di Hoppipolla si dava il via all’assalto ai dolci e all’angolo più gettonato, quello dei sigari e del rum.

La festa è proseguita sulle note unplugged degli Akira Manera e, dopo il classico ballo lento, prima che la festa si spengnesse piano piano, trasferimento per i più volenterosi al Colosseo per un memorabile brindisi finale sotto le le arcate dell’anfiteatro romano! Una degna conclusione per una festa davvero speciale!

Una volta arrivato, il giorno fatidico di fatto è passato in un lampo, niente a che vedere con la lunga gestazione, ma ne è valsa sicuramente la pena, e per Vlao e Martimarti resterà sempre un bellissimo ricordo reso ancor più magico grazie a tutti quelli che vi hanno partecipato con gioia.

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2 commenti

  1. Loredana Rossi ha detto:

    Il giorno più bello ha avuto un unico difetto:è durato troppo poco….. Comunque tutto bellissimo, soprattutto voi che sprizzavano amore da tutti i pori… Buona continuazione della vostra vita, che sia sempre felice e gioiosa come questo fatidico 29 settembre. Mamma.

  2. Leo Brutti ha detto:

    Si, davvero un giorno indimenticabile.
    Eravate semplicemente bellissimi e la vostra felicità era ben visibile nei vostri occhi, ..e quanti baci vi siete dati!!! 🙂
    Vi voglio bene, tanto.
    Babbino

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