Oggi è il giorno dei salares, che uno la Bolivia se la immagina così… una tavola di sale dove scorrazzare senza meta… una distesa bianca e un cielo azzurro.
In effetti, abbandonata la “riva” si ha proprio la sensazione di essere in mare aperto, non ci sono piste né tanto meno strade, si viaggia puntando qualcosa all’orizzonte e si naviga dritto per dritto fino a raggiungerlo.
Non ci sono onde, il sale essiccato dal sole forma i caratteristici esagoni che accostati l’uno all’altro creano una fantascientifica pavimentazione su cui le jeep sfrecciano senza lasciare segno.
La luce è abbagliante e proviene da tutte le direzioni, guidare senza occhiali da sole è una mission impossible anche per Palermo che si salva dalla cecità solo grazie agli occhiali made in Decathlon provvidenzialmente prestati.
I salares sono un set fotografico perfetto per qualche scatto “matto”. La prospettiva qui viene meno e gli uomini si trasformano in insetti, le auto in modellini scala 1/32 e i porta chiave a forma di alpaca in mastodontici mostri pelosi.
Passiamo diverso tempo a cercare la composizione migliore, Jean in padella che viene inforchettato, il gruppo che fa capolino dallo zaino, Martimarti che tira un calcio al volo al miniVlao, Il Canno che scatta la foto ai nani e via così…
I nostri driver, la sanno lunga, e si rivelano provetti fotografi… sfortunatamente però non hanno la prontezza di immortalare la corsa di un invasore nudo che sventolando la bandiera dei 4 mori scorrazza libero per la spianata…
A metà mattina siamo già all’Isla del Pescado, si tratta di una collinetta in mezzo al nulla abitata da centinaia di cactus che, come dei soldati sull’attenti, scrutano l’orizzonte.
Ci passeggiamo in mezzo e raggiungiamo la sommità dove non ci lasciamo scappare l’occasione di un bell’autoscatto di gruppo prima di dedicarci ad una bella birrozza al “bar dei pescatori”.
Finita la pausa rifocillante salpiamo in perfetto orario per gustaci uno dei nostri classici lunch sotto lo spiombo del sole.
Con la pancia bella piena, giunge l’ora di affrontare il trekking. Direzioniamo i nostri mezzi verso il Vulcano Tunupa che troneggia all’orizzonte e viaggiamo veloci in formazione come fossimo le frecce tricolori.
Alle falde del vulcano cominciamo la nostra scalata. Anche se l’altitudine si fa sentire stringiamo i denti fino a raggiungere il belvedere dal quale possiamo dominare dall’alto il Salar de Uyuni e ammirare dal basso la bocca colorata del Tunupa.
Ci riposiamo una mezz’oretta costruendo il nostro personale cucuzzolo di pietre e attendiamo che nel frattempo tutti risalgano il crinale.
Alla vista della bottiglietta d’acqua che l’aspetta dopo l’arrivo anche Piero, con uno scatto epico, raggiunge il traguardo in concomitanza con lo scrosciare di un applauso spontaneo generale.
Oggi è stata una vera e propria giornatona, siamo un po’ provati, la rivincita di Italia-Bolivia sarebbe un ecatombe per noi azzurri, riusciamo a rinviarla giusto con la scusa del tramonto sul salar un’attrazione che non possiamo assolutamente saltare.
I driver ci accontentano e il 7-6 rimane in salvo… almeno per oggi…
BOLIVIA CILE 2017
Indice
Episodio 1 | La lunga rotta verso Sucre e le miniere di Potosì | link |
Episodio 2 | Le quebradas di Tupiza e la Ciudad de Roma | link |
Episodio 3 | Le prime lagune e la frontiera cilena | link |
Episodio 4 | San Pedro de Atacama e l’altopiano boliviano | link |
Episodio 5 | La laguna negra e Italia-Bolivia 7-6 | link |
Episodio 6 | Il Salar de Uyuni e il vulcano Tunupa | Sei qui |
Episodio 7 | Addio jeep, in pullman verso La Paz e Titicaca | link |
Episodio 8 | Alieni a Tiwanaku e la Carretera de la Muerte | link |
Extra | Foto Album | link |